Franco Fontana ci ha lasciato




Franco Fontana, 95 anni, ci ha lasciato. Una vita dedicata alla memoria, alla famiglia e all’essere antifascista sempre e comunque. Membro del Comitato regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto fin dalla sua costituzione nel 1982 e figura principale della valle del Setta.
 
Franco Fontana nasce a Camugnano nel 1929 e a soli 15 anni viene scelto come staffetta da Alfonso Ventura, il vicecomandante della brigata Stella Rossa. Comincia quella che per lui fu l’avventura di una vita intera, graziato più volte dalla fortuna. A convincerlo ad entrare in brigata è l’esempio del fratello, Sergio, più grande di lui: “Io non volevo essere da meno – raccontava Franco -, così ho accettato, consapevole che se mi prendevano ero morto”. Il suo compito era quello di portare informazioni tra Monte Sole e Bologna, ma partecipò anche a diversi sabotaggi della Stella Rossa, tra cui quello del ponte di Vado, quando un gruppo di ribelli riuscì a frenare un convoglio tedesco e a far cadere a picco diversi vagoni.
 
Durante l’eccidio di Monte Sole, Franco scampa per un pelo al massacro perché il fratello rimane ferito in un primo scontro con i tedeschi e decide di nascondersi con lui nel bosco per assisterlo. Finita la guerra, Franco Fontana perderà la mamma, il padre e il fratellino Dario in un incidente mentre stavano tornando da un campo profughi a Cinecittà a Bologna, dopo essere stati sfollati a Roma. Mentre Sergio, il fratello partigiano, morirà qualche mese dopo per lo scoppio di una mina. Si salvano la sorella e il fratello Walter, catturato dai tedeschi, che visse la tragica esperienza di essere internato a Dachau.
Nella sua vita dopo la guerra, Franco Fontana non ha mai smesso di essere un partigiano. “Antifascista militante. Cooperatore. Animatore e presidente per oltre un trentennio dell’Anpi di Monzuno – spiega Andrea Marchi, vicepresidente del Comitato -. Franco Fontana è stato un instancabile testimone della Resistenza nel nostro territorio, soprattutto presso le giovani e giovanissime generazioni, con una grande capacità di empatia nei confronti di scolare e scolari di ogni età. Comunista, senza essere mai settario. Presentissimo alle manifestazioni commemorative, spesso con il vessillo della Stella Rossa. Attore della lotta politica e sociale del nostro Comune (e oltre), in favore dell’emancipazione della classe lavoratrice e popolare, di cui si sentiva completamente parte, col suo mestiere di camionista. Ed era anche un apprezzato intrattenitore e divertente dicitore di barzellette, oltre che ballerino. Un uomo con la U maiuscola, allora, quando era ragazzo e poi. Franco, non sei passato anonimo e invano tra di noi. Hai contribuito a far crescere in queste vallate la coscienza civile, democratica, libera e antifascista.Non sarai dimenticato. Mai”.
 
Franco lascia la moglie, Lina Marzadori sposata nel 1948, e tre figli. La sua storia oggi è raccontata in un libro “La Staffetta” (Oltre I Portici, 2007). Ricordiamo una delle sue frasi più famose: “Le guerre non devono proprio cominciare, perché le guerre una volta che iniziano non finiscono mai. Devo dire che noi a Monte Sole siamo stati fortunati, con tutti quei morti, finita la guerra non è stato sparato più un colpo, quasi nessuno si è voluto vendicare. I morti in guerra sono tutti uguali, è per quale motivo sono morti che fa la differenza”.
 
Il funerale sarà celebrato sabato 13 luglio alle 10 nella chiesa della Piccola Famiglia dell’Annunziata di Monte Sole.