LETTERA APERTA AL MINISTRO SALVINI
In una dichiarazione riportata sui social nella giornata di ieri, riferendosi agli scontri fra giovani dimostranti e polizia a Bologna del sabato precedente, in occasione di una manifestazione dell’estrema destra, con coloriture nettamente neofasciste, nella città e in particolare nei dintorni della stazione ferroviaria, lei ha definito i dimostranti “zecche rosse”. Il termine brutale ci ha fatto immediatamente riportare alla memoria e alla coscienza il termine “linke bazillen” (bacilli di sinistra) usata da Albert Meier, criminale di guerra, autore principale del massacro dell’oratorio di Cerpiano, uno degli episodi più cruenti della Strage di Monte Sole-Marzabotto, dove furono massacrati principalmente bambini.
E’ probabile che lei non abbia considerato questo precedente quando ha usato quell’espressione, ma, se anche così fosse, il caso non sarebbe meno grave, anzi, per certi aspetti assumerebbe un rilievo ancora maggiore, oltre che desolatamente sconfortante.
La pratica della disumanizzazione dell’avversario politico, fino alla sua riduzione ad elemento patogeno della società, da estirpare in ogni modo, pena l’infezione mortale dell’intero corpo, rappresenta uno degli strumenti preferenziali e più insidiosi di ogni progetto totalitario, sopraffattore, fascistico e mortifero, una pratica che dovrebbe essere ripudiata in e da ogni ordinamento democratico e suscitare la più viva ed esplicita ribellione quando dovesse essere utilizzata.
Lei lo ha fatto, apparentemente con tranquilla coscienza, ignorando, forse, il brodo di cultura che alimenta espressioni come quella da lei pronunciata, o, peggio, avendone ben contezza e decidendo quindi di utilizzarla a fini strumentali e demagogici (non vogliamo neanche pensare che, ministro della Repubblica democratica italiana, lei anche solo accarezzi l’adesione al significato politico di quanto ha detto).
Siamo, perciò, sinceramente allarmati per questa sua veramente sventurata uscita pubblica e denunciamo pubblicamente questa nostra preoccupazione.
Per chi ha responsabilità politiche e di governo, pensare bene al contesto civile ed etico nel quale cade il proprio dire dovrebbe essere un obbligo quotidiano. Invitiamo pertanto lei, signor ministro, a riconsiderare esplicitamente le parole pronunciate e tutti i parlamentari ed esponenti delle forze politiche a condannarle con fermezza, come espressione non ammissibile in un contesto di confronto politico che si vuole democratico e rispettoso.
Il presidente e il direttivo del Comitato Regionale per le onoranze ai caduti di Marzabotto.
Valter Cardi, Andrea Marchi, Valentina Cuppi, Virginia Laffi, Gianluca Luccarini, Maria Iubini, Massimo Veronesi, Alessandro Borghi.